A Torino è calato il gelo su Sinner. A quanto pare non sono bastate le imprese di questo 2025, perché alle ATP Finals l’imbarazzo è totale.
È diventato il volto dello sport italiano nel mondo, l’emblema di una generazione che ha ritrovato orgoglio e appartenenza, ma Jannik Sinner non smette di essere anche bersaglio di critiche e polemiche. Campione in campo, esempio di educazione e disciplina fuori, l’altoatesino è ormai molto più di un tennista: è un simbolo nazionale, un riferimento per i giovani e un ambasciatore dell’Italia nel mondo. Eppure, ogni sua scelta viene sezionata, commentata, discussa. Anche quando si tratta di gesti di generosità come la visita all’Istituto oncologico di Candiolo, dove ha sostenuto la campagna “Un Ace per la Ricerca”, o di impegni pubblici che esulano dal tennis, come gli incontri istituzionali a Torino in vista delle ATP Finals.
Sinner rappresenta la semplicità che conquista: non ama i riflettori, non si lascia trascinare dai gossip, eppure tutto ciò che lo riguarda finisce sotto la lente mediatica. Persino figure note della cultura e della politica, da Bruno Vespa a Corrado Augias, fino ad Andrea Scanzi, non hanno resistito alla tentazione di dire la loro sul ragazzo di San Candido, spesso con giudizi che poco hanno a che fare con lo sport. Dalle polemiche sulla Coppa Davis alla vita privata, ogni pretesto diventa motivo di discussione, alimentando un rumore di fondo che nulla aggiunge al valore di un atleta che ha conquistato cinque titoli nel 2025, tra cui il Masters 1000 di Parigi. Eppure Jannik resta fedele alla sua filosofia: lavorare in silenzio, con umiltà e costanza. Lo si è visto anche nei momenti difficili, quando ha preferito rispondere sul campo piuttosto che con le parole. Niente atteggiamenti sopra le righe, nessuna polemica, solo il tennis e la voglia di migliorarsi. Ma per alcuni, evidentemente, tutto questo non basta.
Su Sinner solo chiacchiere, Paolo Cané: “Troppi grilli parlanti, paese dei balocchi”
A difenderlo, stavolta, è arrivato un ex protagonista del tennis azzurro: Paolo Cané. L’ex campione bolognese, intervistato da Fanpage.it, si è lasciato andare a uno sfogo diretto e disarmante, denunciando il clima tossico che circonda Sinner e il tennis italiano. Parlo poco di tennis ultimamente – ha ammesso – perché ne sento troppe. Voglio restare positivo come quando ero ragazzo. Su Sinner, Musetti o gli altri si leggono solo fiumi di risposte da gente che non seguo nemmeno più. Cané ha criticato duramente la quantità di opinioni non qualificate che invadono il dibattito sportivo: “Il diritto a un’opinione si acquisisce in base a quello che rappresenti e produci. Dare spazio a tutti questi grilli parlanti rischia di trasformare tutto nel paese dei Balocchi”.

Su Sinner solo chiacchiere, Paolo Cané: “Troppi grilli parlanti, paese dei balocchi” – Sport.forumfree.it (screen Youtube)
Poi, la stoccata più amara ma ironica, che sintetizza alla perfezione il suo pensiero: “Qui rischiamo — come ho detto qualche mese fa — che finisca l’inchiostro. Alla fine si scrivono solo minchiate. Adesso uno metterà la foto di Sinner che è andato a mangiare la pizza con la fidanzata invece di allenarsi o di Sinner che è andato a letto a mezzanotte e mezza invece che alle nove e mezza. Ecco, questi saranno gli argomenti del futuro”. Cané ha poi difeso il lato umano di Jannik, sottolineando come la pressione mediatica possa pesare anche su un campione di ferro: “È un ragazzo che soffre certe cose, anche se non lo fa vedere. È umano. Ma per fortuna resta gentile, riservato, vero. E noi dovremmo solo essergli grati per quello che rappresenta”. Un messaggio chiaro, quasi nostalgico, che arriva da chi ha vissuto il tennis con passione autentica.

Gelo Sinner, imbarazzo alle ATP Finals: "Sono solo minchiate" - Sport.forumfree.it (screen Youtube)










